Dopo aver parlato di Malta e Creta, oggi tocca ad un'altra isola. Quella di Montecristo rappresenta una delle tante suggestive isole presenti a largo del nostro Paese e che offre l'opportunitá di poter scoprire e ammirare magnifici ambienti naturali, talvolta ancora selvaggi. Per coloro che amano la natura, il mare e gli scorci unici offerti dalle nostre isolette, questi sono veri e propri tesori sempre piú rari da ammirare ed elementi preziosi da conservare. Anche per questo l'isola di Montecristo rappresenta un'area protetta facente parte del complesso delle Riserve Naturali Statali e del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.

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Per quanto riguarda la sua denominazione, secondo alcune fonti, nel corso del tempo è tramutata da Oglasa di etá classica in "Monte Christi" (cioè Monte di Cristo) in etá medievale, presumibilmente per via dell'ambiente ecclesiale e soprattutto monastico che pervase l'isola, a partire dal Vº secolo d.C., grazie alla presenza del Monastero di San Mamiliano. Una struttura religiosa attorno alla quale, come vedremo meglio in seguito, sorsero delle leggende. Tuttavia, esistono anche notizie che raccontano un'altra storia sulla denominazione di questa perla dell'arcipelago toscano.

Infatti, secondo altre fonti, originariamente quest'isola sarebbe stata denominata Monte di Giove o Montegiove, per via della presunta presenza nel suo territorio di un tempio romano dedicato al Dio Giove (in realtá questo non era altro che ció che restava della Fortezza di Montecristo di epoca medievale, XIIIº secolo circa) e successivamente tramutata in Monte Cristo, a seguito della presenza di monaci in quest'area insulare del territorio toscano. Comunque, l'isola venne anche denominata San Mamiliano, dal nome del vescovo eremita che vi si stabilí fino al 460.

L’Isola di Montecristo, infatti, si trova all’interno del Parco naturalistico delle Isole Toscane ed è protetta dal 1971. Uno dei porti di partenza per raggiungere Montecristo è l’Isola del Giglio che dista 27,4 miglia nautiche (circa 43 km). Se sapete già come arrivare all’Isola del Giglio, non vi resta che godere a pieno della vostra escursione a Montecristo.

La misteriosa isola di Montecristo nell’Arcipelago Toscano

L’Isola di Montecristo si estende per 10 km2 ed è la più selvaggia e inaccessibile delle isole dell’Arcipelago Toscano, nonché la più lontana dalla costa. La sua forma piramidale con la base bassa e larga composta prevalentemente di granito grigio-rosa ricoperta da una fitta vegetazione mediterranea la rende più imponente di quello che è con i suoi 645 m. sopra il livello del mare. L’isola è disabitata, il suo aspetto inospitale ha tenuto lontani gli uomini dall’insediarsi a parte una parentesi nel V secolo in cui dei monaci ed eremiti cercarono di renderla abitabile, occupando una parte del territorio e di cui oggi è possibile visitare i resti del monastero, posto a 345 m. di altezza dopo aver percorso un ripido sentiero – una mulattiera – per circa un’ora.

L’isola di Montecristo ospita, però, una flora e una fauna autoctone ed è luogo di rifugio di diverse specie di uccelli migratori. L’isola è “dominata” dalle oltre 400 capre selvatiche che la popolano; la razza fu presumibilmente introdotta dai fenici, provenienti dall’Asia Minore. La loro vorace presenza ha decisamente modificato la vegetazione originaria.

Il punto di approdo più agevole è Cala Maestra sul versante nord-occidentale, da qui è possibile scorgere l’unica costruzione dell’isola: villa Watson-Taylor, una sontuosa costruzione risalente alla metà del secolo scorso costruita dall’allora proprietario dell’isola, il britannico George Watson Taylor. La villa è circondata dagli unici alberi presenti sull’isola e il vallone si affaccia sull’unico spazio permanentemente abitato dove risiedono i guardiani dell’isola in pianta stabile e qualche guardia forestale in visita durante la bella stagione.

Isola di Montecristo come arrivare e come organizzare una visita guidata

Montecristo è in provincia di Livorno e il comune più vicino è Porto Ferrario, sull’Isola d’Elba che amministrativamente governa Montecristo ed è anche il principale porto di partenza per le escursioni.

L’accesso a Montecristo è limitato a un massimo di 2000 visitatori l’anno, su prenotazione, si tratta prevalentemente di ricercatori che operano nelle riserve biogenetiche del Parco, scolaresche, circoli ricreativi, volontari, associazioni naturalistiche. Le prenotazioni si effettuano online presso il sito ufficiale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. I visitatori sono tenuti al rispetto anche di alcune regole comportamentali:

  • L’accesso all’isola è vietato ai minori di 12 anni;
  • È sempre vietata la balneazione;
  • È vietato il prelievo di qualsiasi tipo di specie animale o vegetale o elementi di interesse geologico (pietre, terra, sabbia).

L’escursione consiste in una passeggiata di trekking limitata ai soli tre percorsi prestabiliti.

La prenotazione è nominativa e il pagamento anticipato. Le visite partono regolarmente nelle date fissate dal porto di Piombino marittima fino a Porto Azzurro sull’Isola d’Elba e da qui si prende il mezzo per Montecristo. In alcuni casi sono previste partenza anche da porto santo Stefano e dall’Isola del Giglio, ma occorre informarsi in anticipo. Ogni visita in calendario è riservata a un massimo di 75 persone al costo di 100 € a persona (60 € per i residenti dell’Arcipelago Toscano in sole due giornate di visita l’anno riservate). I periodi di fruizione sono compresi tra:

  • 2 marzo – 15 aprile;
  • Dal 15 maggio – 31 ottobre.

Il periodo compreso tra il 16 aprile e il 14 maggio le escursioni sono sospese per tutelare l’avifauna. Il calendario prevede 22 giornate di visita per un totale di 1600 persone l’anno accompagnate dalle guide specializzate del Parco in gruppi da 25 persone e per un massimo di 75 visite al giorno. Le mini crociere sono vietate.

I luoghi segreti dell’Isola custode di miti e leggende

Isola di Montecristo come arrivare

L’Isola di Montecristo risulta avvolta in un alone di mistero, una matassa di miti e leggende di cui non tutti abbiamo sentito parlare ma in grado di stupire chiunque ne senta qualcosa la prima volta. Chi ha letto “Il Conte di Montecristo” sa già a cosa stiamo accennando e riconosce l’inaccessibilità e la magia che la caratterizza perché narrata così dal grande Dumas. Quello che viene narrato nel libro non è tutto frutto della fantasia dello scrittore, ma si tratta davvero di un vero e proprio scoglio in mezzo al Mar Tirreno la cui storia si interseca a varie leggende. La sola testimonianza relativa ad insediamenti umani riguarda coloro che si sono ritirati nel Monastero di San Mamiliano qui presente e coloro che fecero da guardia presso la Fortezza di Montecristo.

Il Monastero di San Mamiliano, oggi visitabile, è stato datato dagli esperti come risalente al V secolo d.C. e la sua fondazione viene associata ai monaci eremiti che vivevano sul luogo in cui sorgeva un tempio dedicato al dio Giove.

A proposito di questo tesoro nascosto, in effetti nel 2004 è stato rinvenuto un tesoro di monete d'oro sotto l'altare della chiesa di San Mamiliano, circa 500 pezzi risalenti al periodo degli imperatori Leone Iº e Antemio, tra il 457 ed il 474 d.C. e quindi poco tempo la morte di Mamiliano. Tuttavia, la chiesa in questione è quella situata a Sovana, in provincia di Grosseto, e non quella dell'isola di Montecristo. Dalla leggendaria presenza di questo tesoro, poi, come abbiamo accennato, ne ha fatto riferimento Alexandre Dumas (padre) nel suo celebre "Il Conte di Montecristo".

Nei secoli successivi si alternarono monaci di ordinamenti diversi ma i continui attacchi esterni, soprattutto da parte di pirati saraceni, hanno messo a dura prova la prosperità del monastero che venne definitivamente abbandonato nei primi anni del sedicesimo secolo. Vi sono alcune testimonianze risalenti al 1800 secondo cui qualche eremita ha scelto di insediarvici soprattutto perché il Monastero era diventato famoso per via di una leggenda che lo vedeva custode di un tesoro inestimabile (elemento principale del romanzo di Dumas).

A San Mamiliano è stata dedicata, inoltre, una grotta coincidente con l’originale eremo in cui l’ex vescovo di Palermo si rifugiò per sfuggire ai Vandali. Un’ulteriore leggenda narra che qui vivesse un drago, sconfitto proprio dal Vescovo: nel punto esatto dell’uccisione, oggi è possibile ammirare una sorgente d’acqua e a proposito di sorgenti d’acqua, secondo una tradizione popolare dal Fosso del Diavolo sgorgherebbe dell’acqua che provoca la morte lenta di chi la beve. Oltre al Monastero e alle sorgenti d’acqua citate potrete visitare i ruderi della Fortezza di Montecristo eretta nel tredicesimo secolo per avvistare e difendersi dai pirati.
Insomma, per quanto possa apparire piccola ed insignificante si tratta in realtà di un luogo che vale la pena visitare soprattutto perché stimola la curiosità e la fantasia di ciascuno di noi, oltre ad essere un luogo “selvaggio”.

Quali sono le mete alternative ma simili all'Isola di Montecristo?

L'Isola di Montecristo è nota per la sua bellezza selvaggia, la natura incontaminata e la sua storia affascinante, resa celebre dal romanzo di Alexandre Dumas. Tuttavia, l'accesso all'isola è molto limitato per proteggere l'ecosistema. Se cerchi mete alternative che offrano esperienze simili in termini di isolamento, natura selvaggia e bellezze paesaggistiche, ecco alcune opzioni:

1. Isola di Pianosa (Italia)

Situata anch'essa nell'Arcipelago Toscano, l'Isola di Pianosa offre un'esperienza simile a Montecristo con le sue spiagge cristalline, la fauna selvatica e la storia interessante. Un tempo sede di una colonia penale, oggi è accessibile per visite guidate che permettono di esplorare le sue bellezze naturali e storiche.

2. Isola del Giglio (Italia)

Parte dell'Arcipelago Toscano, l'Isola del Giglio è famosa per i suoi paesaggi mozzafiato, le acque limpide e i sentieri escursionistici. Il borgo di Giglio Castello offre una vista panoramica spettacolare e un assaggio della storia locale.

3. Isola di Capraia (Italia)

Anche questa isola fa parte dell'Arcipelago Toscano ed è conosciuta per il suo ambiente naturale preservato, con una fauna e flora ricche. È ideale per escursioni, immersioni subacquee e snorkeling, grazie alla limpidezza delle sue acque e alla ricchezza della vita marina.

4. Isola di Tavolara (Italia)

Situata in Sardegna, l'Isola di Tavolara è un piccolo gioiello con paesaggi straordinari, una montagna che si erge dal mare e acque cristalline. È perfetta per chi ama la natura incontaminata e le escursioni.

5. Isola di Filicudi (Italia)

Parte delle Isole Eolie, Filicudi è conosciuta per il suo carattere selvaggio e remoto. Offre grotte marine, sentieri escursionistici e una ricca storia archeologica. È un'ottima destinazione per chi cerca tranquillità e bellezze naturali.

6. Isola di Gorgona (Italia)

La più piccola delle isole dell'Arcipelago Toscano, Gorgona è una riserva naturale protetta e sede di una colonia penale agricola. L'isola è accessibile solo tramite visite guidate, offrendo un'esperienza unica di esplorazione e conoscenza della vita carceraria e della natura incontaminata.

7. Isole Tremiti (Italia)

Questo piccolo arcipelago al largo della costa adriatica italiana è noto per la sua bellezza naturale, con acque cristalline, grotte marine e una storia ricca. San Domino, la più grande delle isole, offre molte opportunità per immersioni e snorkeling.

8. Isola di Spargi (Italia)

Parte dell'Arcipelago della Maddalena in Sardegna, Spargi è un'isola disabitata con spiagge incontaminate, acque turchesi e una natura rigogliosa. È perfetta per escursioni giornaliere, snorkeling e relax in un ambiente naturale.

9. Isola di Zannone (Italia)

Parte del Parco Nazionale del Circeo, Zannone è un'isola disabitata con una natura selvaggia e incontaminata. È accessibile solo tramite escursioni organizzate, offrendo un'esperienza unica di immersione nella natura.

10. Isola di Lavezzi (Francia)

Situata tra la Corsica e la Sardegna, Lavezzi è un'isola rocciosa con spiagge di sabbia bianca e acque cristalline. È parte di una riserva naturale marina, ideale per immersioni subacquee e snorkeling grazie alla sua ricca vita marina.

Isola del Giglio: cosa vedere per una vacanza da sogno?  

L’Isola del Giglio (provincia di Grosseto) è prevalentemente montuosa e costituita da rocce calcaree. Il suo punto più alto è Poggio della Pagana (496 m), mentre il golfo con la spiaggia più grande è Golfo del Campese, sebbene lungo tutta la linea costiera si trovano cale, baie, spiagge praticabili.

La vegetazione è prevalentemente composta da macchia mediterranea e le principali attività economiche di sostentamento della popolazione sono la coltivazione della vite – grazie al suo clima mite –, la pesca e il turismo. I centri abitati sull’Isola del Giglio sono tre:

  • Giglio Porto sulla costa orientale;
  • Giglio Campese sulla costa nord-occidentale;
  • Giglio Castello che si trova a 400 m. di altezza.

La località di Giglio Porto è il punto di arrivo e di partenza dei traghetti che collegano l’isola a Porto Santo Stefano ed è anche il centro più grande dell’isola. Le spiagge principali sono: Arenella, Cannelle e Caldane. Lungo la passeggiata del Porto ci sono negozi, boutiques, ristoranti, locali per il divertimento sia per giovani che per famiglie.

Giglio Castello – antichissimo borgo medievale - si trova il Comune in cima alla collina ed è circondato da alte mura con torrioni. Il borgo è caratterizzato da vicoli stretti e lastricati in pietra. Al borgo si trova anche un gioiello di architettura di grande valore storico e artistico: la chiesa del 1300 dove è custodito il crocifisso in avorio attribuito al Giambologna. Il borgo, situato a 400 m di altezza, è raggiungibile dal mare in circa 10 minuti di macchina ed è un eccellente belvedere e offre una vista panoramica dell’isola spettacolare.

Gli amanti delle lunghe sedute in spiaggia, apprezzeranno Giglio Campese una spiaggia di 1 km incastonata in una magnifica insenatura contornata da una scogliera e un porticciolo, uno degli angoli più suggestivi dell’isola. Dalla spiaggia si può ammirare la Torre Medicea – tra le più belle del litorale toscano – costruita su uno scoglio e collegata all’isola da un ponte; fu edificata nel XVI secolo per proteggere e difendere l’isola dagli attacchi dei pirati, attualmente è sede di valide scuole di nuoto e surf.

L’Isola del Giglio offre molte occasioni di svago e divertimento ed un’ampia offerta sportiva, nonché attività culturali da abbinare ai piaceri della tavola. Sull’isola vi sono 13 strutture alberghiere comprese tra Campese e Porto (a Giglio Castello non ci sono strutture ricettive), ma una grande offerta di appartamenti in affitto che permettono di godersi l’isola in tranquillità, riservatezza e totale relax.

Per gli amanti delle sagre e del folklore locale, gli appuntamenti più importanti dell’Isola del Giglio sono le feste patronali dei tre borghi:

  • San Lorenzo, 10 agosto a Giglio Porto;
  • San Rocco, 16 agosto a Giglio Campese;
  • San Mamiliano, 15 settembre a Giglio Castello.

Le feste sono caratterizzate da figuranti in costume, palii (il Palio marinaro di San Lorenzo e il Palio dei Somari di San Mamiliano), concerti, sagre (come la Sagra del Coniglio Selvatico), danze in piazza come la Quadriglia e spettacoli pirotecnici. Le feste durano in media una settimana, ma il fulcro è il giorno in cui si commemora il Santo patrono con le tradizionali processioni.

Imperdibile è anche la tradizionale Nenia di Capodanno un testo antichissimo tramandato oralmente che ogni capodanno viene eseguito con canti e musiche da un gruppo di giovani girovaghi che si fermano presso alcune abitazioni per eseguire il canto, formulando auguri e complimenti, invocando la benedizione del cielo e danzando un valzer composto da musicisti locali.

Gli amanti del mondo subacqueo non possono perdere l’eccezionale Presepe Subacqueo a Giglio Campese. Le attività subacquee possono essere svolte all’Isola del Giglio tutto l’anno ed è uno dei luoghi più frequentati per le immersioni in Italia. I suoi fondali sono ricchi di posidonia, orgonie, spugne e coralli coloratissimi, oltre a una grande varietà di pesci come le ricciole, i barracuda, cernie e tonni, murene e aragoste.

Gli sportivi avranno modo di visitare l’isola in lungo e largo a piedi o in bici per ammirare il suo territorio che è rimasto per il 90% incontaminato e attraversato da sentieri e mulattiere utilizzate fino a pochi decenni fa dagli abitanti del Giglio come uniche vie percorribili a piedi o a dorso di mulo, per spostarsi da una parte all’altra dell’isola. Oggi, questi percorsi sono stati recuperati e adibiti a itinerari turistici con un’ottima segnaletica e pannelli didattici informativi sulla flora e la fauna locali. Il periodo migliore per le escursioni è la primavera o l’autunno, i sentieri sono piuttosto accidentati e difficili da percorrere in mountain bike.

Per coloro che amano invece scoprire e visitare monumenti ed edifici civili o religiosi ricchi di storia, come già accennato, una tappa importante da non perdere è quella della chiesa di San Pietro Apostolo, situata a Giglio Castello. Questa struttura, risalente al Medioevo, non solo ospita un crocifisso in avorio attribuito al celebre scultore Giambologna, ma anche dei pregevoli reliquari del XVIII° secolo. In particolare quelli che contegono una reliquia di San Mamiliano (protettore dell'isola e dell'intero arcipelago toscano) ed una di Papa Urbano I°.

Si erge invece nell'area di Giglio Campese ed in particolare nei pressi dell'omonima e rinomata spiaggia, la Torre del Campese. Tale struttura difensiva venne realizzata per volere di Cosimo I° de' Medici intorno alla metà del XVI° secolo, appunto per avvistare e difendere la parte occidentale dell'isola da eventuali incursioni di pirati arabi. Nel corso dei secoli, essa ha subito diverse modifiche, tra cui anche l'ampliamento con ulteriori piccoli edifici, in particolare una pregevole cappella. In età moderna, infine, è stata trasformata in una residenza privata.

Sempre un'altra struttura fortificata, denominata la Torre del Saraceno e situata nell'area di Giglio Porto, merita una visita. Realizzata in epoca medievale, prima era di proprietà di un ordine religioso (in particolare dell'Abbazia delle Tre Fontane di Roma) ed in seguito è passata alla famiglia Aldobrandeschi. Nei secoli successivi, importanti lavori di ristrutturazione e fortificazione avvennero grazie, ancora una volta, a Cosimo I° de' Medici. Dopo la nascita del Regno d'Italia, tuttavia la struttura fu dismessa dalle sue funzioni militari.

Si scorge da lontano, nella zona di Giglio Castello, e riesce ad offrire a coloro che vi entrano un panorama mozzafiato sull'arcipelago limitrofo e sulla vicina costa toscana, la Rocca aldobrandesca o Rocca Pisana è una fortificazione di origine medievale, si presume databile intorno al X° secolo. Come la Torre del Saraceno, anche questa struttura è passata nel corso degli anni dalla proprietà di un ordine religioso a quello degli Aldobrandeschi. Col trascorrere dei secoli, dopo essere appartenuta anche ai Medici, fu trasformata in complesso privato.

Come raggiungere l’Isola del Giglio

L’Isola del Giglio è raggiungibile in auto, treno o autobus con imbarco al porto di Santo Stefano.

Per chi vi arriva in automobile lungo la SS1 Aurelia, l’imbarco è presso Porto Santo Stefano dove si trovano diversi parcheggi custoditi dove lasciare la vettura. È possibile imbarcare la vettura, ma solo con prenotazione. Soprattutto nei periodi di maggiore affluenza:

  • Chi proviene da Nord, l’imbarco dista 34 km da Grosseto e all’altezza di Albinia si trova lo svincolo per Porto Santo Stefano;
  • Chi proviene da Sud, l’imbarco dista 120 km da Roma e all’uscita di Orbetello si trovano le indicazioni per Porto Santo Stefano.

Porto Santo Stefano è raggiungibile anche in treno attraverso la linea Pisa-Roma con fermata alla stazione di Orbetello-Monte Argentario da cui proseguire in autobus con le Autolinne locali (TI.EMME) che dalla stazione ferroviaria collegano direttamente all’imbarco a Porto Santo Stefano.

Da Porto Santo Stefano all’Isola del Giglio si ha la possibilità di prenotare un traghetto, servendosi principalmente di due compagnie di navigazione: la MareGiglio e la Toremar.

Giunti sull’Isola, a Giglio Porto si trova il centro per informazioni turistiche e la Pro Loco dove è sempre possibile – se non avete prenotato in tempo – richiedere la possibilità di prendere in affitto un appartamento sull’Isola del Giglio, messi a disposizione per i turisti. I prezzi sono competitivi, per tutte le tasche, a seconda della metratura e dei servizi richiesti.

Come circumnavigare l’isola del Giglio

L’Italia è un paese in cui le spiagge non mancano e che offre scorci pittoreschi in qualsiasi luogo, in particolare le isole e gli arcipelaghi che sono territorialmente italiani rivelano paesaggi incontaminati di struggente bellezza pur essendo ambite e frequentate mete turistiche, come l’Isola del Giglio, nell’Arcipelago Toscano, santuario marittimo e faunistico.

Una volta giunti a destinazione non ci si può chiedere quali sono le principali spiagge dell’isola del Giglio, perché sono tutte belle, uniche e turisticamente attrezzate per ogni tipologia di visitatore; ma per poter scegliere il proprio angolo di paradiso in vacanza al Giglio, la cosa migliore da fare è un giro in barca, circumnavigando l’isola per apprezzarne ogni cala e ogni insenatura.

Le coste gigliesi si sviluppano per 28 km e si prestano idealmente ad essere circumnavigate. Le coste dell’Isole del Giglio – a parte le principali località con le spiagge – sono pressoché incontaminate e selvagge e offrono scorci spettacolari, dalle calette isolate agli scogli di granito, alle scogliere a picco sul mare, agli speroni rivestiti di fitta vegetazione mediterranea e fondali unici che si intravedono dalle acque limpidissime. 

Il tour in barca parte dal Porto del Giglio proseguendo in direzione sud: appena scostati dal porto si ammira la Torre del Saraceno, in stile mediceo per prendere subito dopo il largo verso il gruppo di scogli detto delle Scole. Lungo la direzione sud si incontrano nell’ordine Punta Smeralda, Punta Torricella passando di fronte alla spiaggia delle Cannelle, proseguendo per punta Capo Marino, la Spiaggia delle Caldane, Cala degli Alberi e Punta del Tamburo. Prima di raggiungere l’estremità meridionale si incontrano Punta Corbaia, Cala Saracinesca e infine le grandiose formazioni di granito di Punta del Capel Rosso con il faro soprastante.

Risalendo verso nord, costeggiando il lato occidentale ripido e impervio si passa davanti a Punta del Serrono, Cala dell’Altura, lo scoglio di Pietrabona fino a Cala del Corve caratterizzata da una spiaggia con grossi massi e un anfratto laterale che conduce a una grotta. Superato lo scoglio della Cappa si giunge a Promontorio del Franco e qui la conformazione orografica cambia, passando dal granito alla roccia calcarea che si estende fino a Cala dell’Allume, il cui nome deriva proprio da una cava per l’estrazione del minerale attualmente abbandonata. La direttrice settentrionale conduce al Faraglione poco prima della baia del Campese che ospita alcune delle spiagge più belle del Giglio, per proseguire su fino a Punta del Fenaio, l’estremità settentrionale dell’isola con l’omonimo Faro. Puntando la rotta nuovamente verso sud la costa si addolcisce, presenta meno asperità e le calette sono più ospitali per approfittare e fare un tuffo o avvicinarsi agli scogli.

mare puglia

Ripartendo da qui, si prosegue verso Punta del Morto e Punta della Croce fino a raggiungere Punta dell’Arenella, nota anche come Punta Tartaruga per la sua conformazione. Il turista, qui viene accolto dalla terza spiaggia per dimensioni del Giglio, spiaggia Arenella. Prima di rientrare al Porto si passa davanti a Cala Cupa – che si ritiene fosse l’antico porto usato dai Romani – e Punta del Lazzaretto con la torre di avvistamento a pianta quadrata e circondata da una pineta.

Il periplo dell’Isola del Giglio richiede una giornata, comprese le soste (senza soste si percorre in due ore). Il tour può essere effettuato con i taxi boat che svolgono servizio di navetta, oppure noleggiando una barca con la libertà di fermarsi dove e quando si vuole. Il noleggio non richiede la patente nautica, l’importante è rimanere sotto costa. Un’alternativa valida per gli sportivi è il periplo in kayak, ma le condizioni del mare devono essere ottimali e si richiedono almeno due giorni per via dell’impegno fisico richiesto.

Autore: Enrico Mainero

Immagine di Enrico Mainero

Dal 2011 Direttore Responsabile e Amministratore unico di ElaMedia Group SRLS. Mi dedico prevalentemente all'analisi dei siti web e alla loro ottimizzazione SEO, con particolare attenzione allo studio della semantica e al loro posizionamento organico sui motori di ricerca. Sono il principale curatore dei contenuti di questo Blog Redazione di ElaMedia.